A partire da Debian 6.0 (Squeeze), la procedura di boot da dispositivo USB o SD card è stata ulteriormente semplificata. Questo consentirà, a chi volesse installare Debian, di impartire un unico comando per la creazione di un dispositivo (USB o SD card) bootabile.
È sufficiente scaricare un'immagine .iso (primo CD/DVD, netinst o mini.iso, vedi la guida Installare Debian), accertarsi che il dispositivo non sia montato e che la sua capacità sia tale da contenere l'immagine. Quindi basta un:
# dd if=/percorso/nome_immagine.iso of=/dev/sdb bs=4M; sync
e ritrovarsi una pendrive USB o una scheda SD bootabile per installare Debian.
Utilizzare il comando:
# fdisk -l
per dissipare eventuali dubbi.
# nano /etc/fstab
ed eliminare la riga relativa al pseudo CD/DVD. Facendo ciò i supporti USB verranno riconosciuti correttamente.
Per creare una pendrive USB o una SD card bootabile utilizzando altri sistemi operativi, è necessario far ricorso a programmi appositi. In giro per la Rete se ne trovano tanti e molti sono anche gratuiti.
Uno di questi potrebbe essere, ad esempio, UNetbootin. Il programma è rilasciato sotto licenza GPL ed è prelevabile e utilizzabile gratuitamente su piattaforme GNU/Linux, Windows e Mac.
UNetbootbin sembra non funzionare con alcuni debian installer (l'USB viene avviato, ma l'installazione a un certo punto si blocca perché non trova il CD). Uno dei software Windows in grado di creare, sicuramente, un pendrive USB funzionante per l'installazione Debian è PowerISO (gratuito/nag screen). Si consiglia la vecchia versione 4.9 che non installa adware. Lanciato il programma, dal menù "Strumenti > Create Bootable USB driver" sarà possibile creare la propria USB avviabile con l'installer Debian.
Deselezionare tutto a parte il server ssh e la configurazione standard (ultima riga). Non installare ambiente grafico!!!!
Login come root e dare:
$ apt-get install sudo
Aggiungere l'utente pippo al gruppo sudo:
# adduser pippo sudo
Dopo essere stati aggiunto ad un nuovo gruppo, l'utente deve fare il logout e quindi di nuovo il login affinché l'impostazione del nuovo gruppo abbia effetto. I gruppi vengono assegnati agli utenti solamente al momento del login. Una della maggiori fonti di confusione viene proprio dal fatto che gli utenti si aggiungono ad un gruppo, ma poi non fanno il logout e di nuovo il login e poi hanno problemi perché non sono ancora stati assegnati ad un gruppo. Si può controllare di quali gruppi si fa parte usando i comandi id o groups.
Effetuare la modifica del file /etc/apt/source.list con il comando:
$ sudo nano /etc/apt/source.list
Alle righe attive, aggiungere i repo contrib e non-free, in modo che le righe attive passino da così:
deb http://ftp.it.debian.org/debian/ wheezy main
a così:
deb http://ftp.it.debian.org/debian/ wheezy main contrib non-free
Questa è più una cosa mia, resa necessaria dal mio hardware, comunque la scrivo, hai visto mai che serva a qualcuno.
Dicevo.. installiamo il file firmware-realtek con il comando:
$ sudo apt-get install firmware-realtek
E tutto dovrebbe andare a buon fine. A questo punto un bel riavvio:
$ sudo reboot
Per tale motivo modifichiamo il file /etc/network/interfaces tramite il comando:
$ sudo nano /etc/network/interfaces
e, posto che la nostra rete sia collegata ad un router con IP 192.168.0.1, rendiamolo simile al seguente:
# This file describes the network interfaces available on your system
# and how to activate them. For more information, see interfaces(5).
# The loopback network interface
auto lo
iface lo inet loopback
# The primary network interface auto eth0
iface eth0 inet static
address 192.168.0.100
netmask 255.255.255.0
network 192.168.0.0
broadcast 192.168.0.255
gateway 192.168.0.1
In questo caso, l'interfaccia di rete utilizzata è eth0 e l'IP assegnato è 192.168.0.100. Per conoscere le interfacce di rete presenti sulla propria macchina è possibile utilizzare il comando ifconfig, che fornirà un elenco di tutte quelle collegate ed attive. L'IP può essere scelto a piacere, purché sia del tipo 192.168.0.X, dove X è un numero compreso tra 2 e 254.
Andiamo adesso a modificare il file /etc/hosts per far sì che la macchina riconosca l'indirizzo IP scelto:
$ sudo nano /etc/hosts
e aggiungiamo la riga
192.168.0.100 ubuntu
utilizzando lo stesso IP scelto prima, e dove ubuntu è il nome di host che abbiamo assegnato alla macchina durante la fase di installazione, reperibile anche tramite il comando
$ cat /etc/hostname
Passiamo alla configurazione dei server DNS, tramite la modifica del file /etc/resolv.conf:
$ sudo nano /etc/resolv.conf
Una scelta universale è quella di utilizzare il servizio gratuito offerto da OpenDNS, aggiungendo a tale file le seguenti righe:
# OpenDNS
nameserver 208.67.220.220
nameserver 208.67.222.222
Riavviamo la macchina tramite il comando
$ sudo reboot
e testiamo la connessione “pingando” un sito web a piacere, ad esempio
$ ping www.google.it
Nel caso in cui tutto sia stato configurato in maniera corretta, si riceverà una risposta ai pacchetti inviati tramite ping, segno che la connessione funziona, altrimenti è necessario riconfigurare i parametri di rete e correggere eventuali errori commessi.
Login come root e dare il comando:
# apt-get install ntfs-3g
Adesso abbiamo anche la possibilità di montare dischi ntfs in scrittura
Login come root e modificare il file /etc/ssh/sshd_config:
$ nano /etc/ssh/sshd_config
Disattivare l'uso dell'account root (PermitRootLogin no) e riavviamo la macchina tramite il comando
$ sudo reboot
Creiamo le directory di mount-point tramite il comando:
sudo mkdir /mnt/disk
sudo mkdir /mnt/disk/2t
sudo mkdir /mnt/disk/4t
sudo mkdir /mnt/disk/usb1
sudo mkdir /mnt/disk/ftp1
Prendiamo gli UUID della macchina con il comando:
$ sudo blkid
Copiare e incollare gli UUID da montare, aggiungendo le righe nel file /etc/fstab tramite il comando
$ sudo nano /etc/fstab
Le righe da aggiungere saranno del tipo:
UUID=xxxxxxxxxxxxxxxxxxx /mnt/disk/XX ext3 defaults 0 0
XX è il mount-point. Atraverso l'uso del UUID, abbiamo la possibilità di inserire anche le righe di vari dischi usb direttamente nel file fstab, indipendentemente da come sina riconosciuti (sdb, sdc, sde, ecc.) e quindi la possibilità poi di montarli "al volo" con un:
$ sudo mount -a
ovviamente con le opportune opzioni specificate nel file fstab, per esempio una riga del tipo:
UUID=xxxxxxxxxxxxxxxxxxx /mnt/disk/usbX ntfs-3g defaults 0 0
Riavviamo la macchina tramite il comando:
$ sudo reboot
e controlliamo se il montaggio è stato effettuato correttamente.
Installiamo il client ddclient con il comando:
$ sudo apt-get install ddclient
Da Debian, con l'installazione chiede già i parametri, ma comunque si possono editare con il comando:
$ sudo nano /etc/ddclient.conf
e apportiamo le seguenti modifiche al file /etc/ddclient.conf:
# /etc/ddclient.conf
protocol=dyndns2
use=web, web=checkip.dyndns.it
server=dyndns.it
login=INSERIRE_IL_PROPRIO_USERNAME
password='INSERIRE_LA_PROPRIA_PASSWORD'
INSERIRE_IL_NOME_HOST DA AGGIORNARE
A questo punto un controllo con il comando:
$ ddclient -debug
Se tutto è regolare, riavviamo il servizio con il comando:
$ sudo service ddclient restart
Installiamo il media server miniDLNA con il comando:
$ sudo apt-get install minidlna
Fermiamo il servizio con il comando:
$ sudo service minidlna stop
e apportiamo le seguenti modifiche al file /etc/minidlna.conf:
port=9500
media_dir=V,/path/Videos
media_dir=A,/path/Music
media_dir=P,/path/Pictures
serial=
model_number=AllShare1.0
network_interface=eth0 # change appropriately, e.g. wlan0 if you stream from wireless
friendly_name=miniDLNA # how miniDLNA is named on the TV
enable_tivo=no
strict_dlna=no
notify_interval=900
riavviamo il servizio con il comando:
$ sudo service minidlna force-reload
Nella configurazione standard, il db si trova in /var/lib/minidlna.
Installiamo samba con il comando:
$ sudo apt-get install samba cifs-utils
Fermiamo il servizio con il comando:
$ sudo service samba stop
e apportiamo le seguenti modifiche al file /etc/samba/smb.conf, sezione GLOBAL:
[global]
workgroup = GRUPPODILAVORO
server string = DESCRIZIONE
allow hosts = 192.168.1.0/24
wins support = yes
security = share
share modes = yes
encrypt passwords = no
e alla fine del file, aggiungere le condivisioni (questo esempio è di condivisione TOTALE della cartella ESEMPIO):
[nomecondivisione]
comment = commento_condivisione
path = /path/da/condividere/ESEMPIO
read only = no
guest ok = yes
guest only = yes
create mask = 0777
directory mask = 0777
Controlliamo la configurazione con il comando:
$ sudo testparm
e, se tutto è ok, riavviamo samba:
sudo service samba start
Installiamo il media server Proftpd con il comando:
$ sudo apt-get install proftpd
Fermiamo il servizio con il comando:
$ sudo service proftpd stop
e apportiamo le seguenti modifiche al file /etc/proftpd/proftpd.conf:
UseIPv6 off
ServerName "NomeServer"
DefaultRoot /
MaxInstances 3
riavviamo il servizio con il comando:
$ sudo service proftpd start
Nella configurazione standard, la maschera file e directory è 022.